Mi sono sempre messa nei panni degli altri: l’ho fatto come persona, come modellista e come costumista storica.
Oggi, con TerraKleos, lo faccio in ognuna di queste vesti: come artigiana
IDENTITÀ
Sono Maria Clelia Pesavento e mantengo un legame molto stretto con le mie origini: quelle di Montecchio Precalcino in provincia di Vicenza, dove sono nata e cresciuta, tra le gioie e le responsabilità di una famiglia presente quanto numerosa.
Qui, circondata dalla schiera dei miei cinque fratelli, ho sviluppato ottime doti relazionali e una buona propensione all’ascolto.
Inclinazioni che ho saputo mettere a frutto anche a scuola, dove, più di tutto, mi appassionava riflettere sui punti di vista altrui, per indagarne le ragioni e il sentire.
Mi interessava entrare nella pelle e nel vissuto delle personalità in cui mi imbattevo: mettermi nei loro panni.
Fino a tradurlo in qualcosa di più letterale: la realizzazione di abiti per gli altri, iniziando a frequentare l’Istituto tecnico professionale Bartolomeo Montagna, nell’indirizzo di Sartoria per donna e a seguire il corso di Modellistica e sviluppo taglie all’Istituto Secoli di Milano.
E, nonostante gli scioperi e le assemblee di quegli anni turbolenti, da questo momento in poi si delinea l’identità di un percorso mai più abbandonato, perché lavorare con i materiali tessili, le forme, la qualità di texture e la personalità delle trame mi appassiona e coinvolge in una continua ricerca.
Il mio primo banco di prova sono gli abiti che confeziono ininterrottamente, nel corso di questo periodo di apprendistato e per tutta la famiglia, sperimentando diverse tecniche, idee e rivisitazioni.
Sento che realizzare dei capi d’abbigliamento significa esprimere un pensiero, una visione, trasmettere una sensibilità e dichiarare dei valori in cui si crede.
ESPERIENZA
Lungo la mia vita personale nel contempo seguo scelte di cuore, completamente sincere e aperte, anche se a volte dall’esito imprevedibile: così ad un matrimonio che, pur giungendo a conclusione, mi permette di intraprendere la meravigliosa avventura di diventare mamma di Massimo e Martina. Ed è con loro, aiutandoli a crescere e sostenendoli nelle loro scelte, che la passione per quello che amo fare prende di nuovo vita con forza e consapevolezza. Così da decidermi a rimettere mano sui libri per concludere i miei studi all’Istituto Montagna, diplomandomi appena un anno prima di mia figlia, che nel frattempo condivide con naturalezza e talento la mia stessa propensione.
Il mio approccio si allarga ora ad uno studio indipendente, seguendo diversi corsi, per sviluppare conoscenze in ambiti collaterali alla mia ricerca, come l’agricoltura biodinamica, l’autoproduzione di detergenti naturali, la radioestesia, la pittura, l’arte e la comunicazione.
Mentre, nello stesso frangente, vocazione e instancabile pratica diventano allora professione: all’interno di differenti realtà sartoriali italiane, per giungere in quella di Grifoni.
Realtà incubatrici di sperimentazione tecnica e perfezionamento, per me, come modellista e responsabile dello sviluppo taglie, nel comparto della pelle e ancora nell’ambito del maglificio, dove ogni modello in quel momento è da realizzarsi interamente a mano. Fino all’approdo all’interno dell’Ufficio tecnico di casa Grifoni, per l’esecuzione al taglio e l’attenzione alla riproduzione di ogni prototipo.
Recupero le tracce della Storia del tessuto: un patrimonio ricco, significativo e di fondamentale ispirazione
RICERCA
Ma se l’attività professionale mi sa specializzare in abilità e competenze, conferendomi un sapere legato soprattutto al “fare sartoriale”, è al di fuori delle mie ore lavorative che sento l’urgenza di approfondire meglio una più trasversale cultura del tessuto, per rintracciarne caratteristiche e connotazioni storiche e di costume.
E in particolare con un seminario in archeologia del tessuto e la riscoperta degli affascinanti reperti del Museo di Este sugli antichi Veneti, ho modo di entrare in contatto con le interessanti realtà di Associazione storico-culturale della mia provincia.
Un incontro davvero importante, che mi porta ad intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo, tra i musei d’Europa e gli archivi di diverse biblioteche storiche, per recuperare particolari utili alla ricostruzione dell’abito antico.
Così le tracce di un’attività tessile che riveste un ruolo specifico all’interno di economia e società antiche, il valore culturale dei colori, la simbologia dei gioielli e il significato sacro legato al gesto del “tessere”, attributo spirituale di molte divinità, come Reitia la dea “tessitrice” dei Veneti.
Un’attività intensa e significativa, questa, che si evolve oggi nella fondazione di Venetkens, per la promozione culturale e la rievocazione storica dell’antica civiltà del nostro territorio.
Credo nell’esigenza di autenticità e valore, durevolezza, consistenza, e attenzione al benessere più profondo.
CREAZIONE
L’itinerario di un’esperienza solida, dove nella ricreazione di costumi di epoche passate, sento affiorare una certa insofferenza rispetto a tanti oggetti della modernità, che ubbidiscono invece alla logica dell’usa e getta.
E così la futilità degli abiti in tessuti sintetici, che seguono i diktat commerciali di una moda ancora troppo capricciosa, consumista e dannosa per l’ambiente.
Credo al contrario nell’esigenza di autenticità e valore, durevolezza, consistenza e attenzione al benessere più profondo.
Tutte connotazioni che ritrovo nella storia di un’artigianalità tessile di pregio, dove l’utilizzo della fibra naturale della canapa insieme alla maestria di lavorazioni dedite e accurate conferiscono qualità, resistenza e bellezza ad ogni capo.
Un patrimonio ormai scomparso sul quale mi soffermo a lungo e che si tramuta allora con naturalezza nella definizione di un Progetto personale tutto dedicato: di stile, di stoffa e di sostenibilità.